Il corpus dei paramenti sacri di Castel Sant’Elia è ben noto sin dalla fine del XIX secolo, quando si diffuse la notizia della sua esistenza nell’ambito di una mostra di arte sacra tenutasi ad Orvieto nel 1896. Nell’archivio storico comunale i paramenti compaiono dal 1643 quando il Consiglio chiese all’amministratore dei beni ecclesiastici il rendiconto di questi oggetti sacri. Nel 1740 essi sono certamente custoditi nella chiesa Parrocchiale di Sant’Antonio Abate.

Paramenti sacri

Nei primi anni del ‘900 il cardinale Doebbing recuperò i paramenti, custoditi in una cassapanca sotto l’altare maggiore, li fece restaurare e collocare nella sagrestia in appositi armadi a vetri.
Nel 1923 fu effettuata una prima verifica dello stato dei materiali da parte di un funzionario della Soprintendenza che, in questa occasione, ebbe modo di constatare l’insufficienza delle vetrine e l’inadeguatezza degli spazi espositivi, per cui concordò con le autorità civili e religiose il trasferimento degli stessi in un apposito locale, denominato Museo Civico, dove il Comune a proprie spese provvide alla sistemazione ed alla fornitura di nuove e più ampie vetrine.

Scarpe

Nel 1937 la Soprintendenza, non reputando sicura la conservazione nei locali comunali, decretò il trasferimento dei paramenti nella casa del parroco. Infine, sempre per motivi di sicurezza, durante l’ultima guerra mondiale gli oggetti furono custoditi nei depositi vaticani da dove tornarono nel 1945. Da questa data sono conservati presso alcuni locali messi a disposizione dalla comunità religiosa dei Padri Micaeliti che reggono il Santuario della Madonna ad Rupes.

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Paramenti

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